Yachay Wasi www.perusolidale.com
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TOUR SOLIDALI PERU'

Progetto: Asilo e Doposcuola

Yachay Wasi casa di educazione
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Progetto: Centro Salute

Jampy Wasi casa della Salute
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Progetto: Sartoria a Corona

"La Corona" Sartoria comunale
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A.P.I.Bi.M.I. onlus - Volano TN
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--Cooperazione Paesi Emergenti--
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Progetto Oikos Onlus - Bergamo
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mer

18

gen

2012

yachay wasi clausura 2011

yachay wasi clausura 2011

Imagenes de la clausura final de las actividades desarrolladas durante el año 2011 de inicial 3, 4 y 5 años, apoyo escolar en la comunidad del Asentamiento Humano 9 de julio, AAHH Corona Santa Rosa de Tablada, periferia sur de Lima

Tarapoto, sulla rotta del fiume degli shipibo

Tarapoto è una città del Perù centro-orientale ai margini della foresta Amazzonica. Cento Commerciale della regione di San Martín e della provincia omonima, si trova tra le valli dei fiumi Cumbaza e Shilcayo.

Sede di università, fu fondata nel 1782 da Baltazar Martinez Jimenez de Compañom.

È un importante centro turistico, nei pressi si trovano le cascate di Ahuashiyacu e la laguna Azul.

Tarapoto è il centro delle reti terrestri e aeree tra la Sierra, la costa e l'oriente peruviano.

Il popolo Shipibo Konibo abita la conca del Rio Ucayali (affluente del Rio Marañon, che sfocia a sua volta nel Rio delle Amazzoni). Attualmente appartengono a questa etnia circa 30.000 persone distribuite in 226 comunità distribuite nei dipartimenti di Ucayali, Loreto, Huanuco e Madre de Dios. Una parte della popolazione vive nelle aree urbane delle maggiori città. Dall'inizio della storia dell'uomo, noi popoli indigeni dell'Amazzonia eravamo organizzati in grandi clan famigliari e per famiglie linguistiche; fin da allora i nostri antenati formularono diverse teorie sulla nostra origine: c'erano gli uomini che discendevano dalla scimmia e si chiamarono shipi (specie di scimmia molto piccola con una barba bianca) e gli uomini che discendevano da un pesce chiamato Koni (una specie di pesce anguilla); narrano che la grande famiglia shipi, dopo lunghe lotte interne per il dominio del territorio e obbedendo ai saggi consigli degli anziani, si unì alla famiglia Koni: da qui il nome di Shipibo Konibo, dove la particella "bo" è una desinenza che nella lingua shipibo indica il plurale.

Siamo tra le popolazioni più antiche di questa zona dell'Amazzonia peruviana; fino all'incursione della cultura occidentale nel nostro territorio, abbiamo conservato per migliaia di anni un sistema di organizzazione tradizionale, ma con l'arrivo dei missionari religiosi andarono distrutti il nostro sistema di vita e la nostra autonomia. La nostra cultura indigena si esprimeva nell'applicazione delle pratiche, dei principi ideologici e filosofici che si tramandavano di generazione in generazione in forma di regole di vita e di conoscenze tradizionali, insieme ad una rigida disciplina per tutti i clan famigliari.

 

Il sistema di educazione tradizionale era trasmesso in forma orale dagli anziani di ciascuna famiglia: essi non avevano conseguito alti titoli di studio, ma possedevano e conservavano nozioni e informazioni di astrologia, geografia, arte, architettura, pesca, medicina e tecniche di guerra. C'erano conflitti etnici per salvaguardare le risorse naturali indispensabili alla sopravvivenza e per il dominio di territori popolati da diverse etnie dell'Amazzonia. L'intromissione del colonialismo nella nostra Amazzonia, cambiò il nostro stile di vita e la nostra esistenza, iniziammo a subire la discriminazione razziale e lo sfruttamento indiscriminato delle nostre risorse naturali e diventammo schiavi. Solo grazie agli antichi meccanismi di organizzazione sociale, reciprocità, distribuzione di beni, e, ancora più importante, di "proprietà collettiva della terra", siamo riusciti a sopravvivere come popolo senza smembrarci. I nostri antenati cominciarono a ricercare un proprio spazio dignitoso nel processo di colonizzazione del nostro territorio e poi nel processo di organizzazione e sviluppo nazionale proprio della vita repubblicana, motivo per cui prosegue fino ad oggi la nostra lotta di resistenza attraverso il mantenimento della nostra forma di organizzazione e della nostra peculiarità come popolo indigeno.